IL PROGETTO

CONTESTO DI RIFERIMENTO

A partire dagli anni ‘60-70, la necessità di far fronte alle sempre maggiori richieste di cibo, a livello mondiale, ha spinto il mondo agricolo ad un ricorso intensivo agli input colturali, in particolare ai fertilizzanti chimici, spinti anche dai rapidi processi di industrializzazione che hanno caratterizzato quel periodo. Tuttavia, l’impiego eccessivo di questi prodotti di sintesi, se da un lato ha comportato un incremento delle rese, dall’altro ha dato il via ad una serie di problematiche di carattere ambientale tra cui: lisciviazione dei nitrati con inquinamento delle falde, perdita di fertilità organica dei suoli e relativi fenomeni di impoverimento ed erosione. Negli ultimi anni, però, almeno in Italia, una risvegliata consapevolezza della necessità di tutelare l’ambiente e, quindi, la salute umana, sta spingendo l’agricoltura verso un’altra direzione: l’ottimizzazione delle tecniche colturali ed in particolare della concimazione. Infatti, mentre i principali competitor su scala mondiale puntano sull’impiego massiccio di fertilizzanti, il nostro Paese fa leva sulle innovazioni scientifiche e su un impiego razionale di elementi nutritivi per soddisfare le esigenze di un’agricoltura di qualità, amica dell’ambiente. 

Negli ultimi 10 anni in Italia è stata registrata una diminuzione del 17% circa nella produzione di fertilizzanti di sintesi, oggi pari a 370-380.000 tonnellate annue, di cui l’azoto costituisce più dell’85%. La riduzione dell’impiego dei fertilizzanti è stata resa possibile anche dalla sempre maggiore diffusione di piani di concimazione formulati rispetto alle esigenze colturali e alle caratteristiche pedo-climatiche delle aziende, e che prevedono sia l’utilizzo di fertilizzanti innovativi sia l’adozione di un’agricoltura rispettosa dell’ambiente (indicazione di dose e tempi di intervento). L’esigenza di far fronte ai suddetti problemi di inquinamento delle falde da nitrati di origine agricola e di riduzione della sostanza organica risulta essere tanto più sentita nelle zone vulnerabili ai nitrati e nelle zone collinari dove i fenomeni erosivi sono più spinti. Il POI si rivolge, in particolare, alle aziende che ricadono in questi territori. 

OBIETTIVO GENERALE DEL PROGETTO

In tale contesto, il progetto si pone, come obiettivo generale, la verifica dell’effetto di fertilizzanti agro-ecologici, biologici ed organo-minerali su ambiente, quantità e qualità delle produzioni agricole e salute del consumatore. Particolare attenzione sarà prestata al mantenimento e miglioramento della fertilità chimica e microbiologica del suolo e alla riduzione dell’impatto ambientale dovuto all’uso dei concimi chimici, senza rinunciare ad elevati standard produttivi sia in termini quantitativi sia qualitativi e di salubrità dei prodotti, caratteristica, quest’ultima, strettamente connessa alla tutela della salute dei consumatori. L’idea progetto è scaturita, infatti, dall’esigenza manifestata dal settore agricolo di arginare le problematiche collegate all’inquinamento delle acque e del suolo, in particolare quelle derivanti dall’utilizzo dei concimi azotati e dal conseguente accumulo dei nitrati. 

Il Progetto TANKAGE si caratterizza, dunque, per essere una reale catena di trasmissione tra mondo della ricerca scientifica, mondo dei servizi all’agricoltura e quello delle imprese agricole.  

Il modello innovativo che ne scaturirà servirà come metodo di trasmissione all’intero mondo agricolo di una produzione vegetale che punta all’incremento della qualità del prodotto, al miglioramento dell’ambiente e del suolo, mantenendo il più possibile bassi e costanti i costi di produzione. 

CONTENUTI DEL PROGETTO

Le attività sono incentrate su alcune specie tipiche dell’agricoltura campana, su cui saranno validati 3 sistemi di concimazione, la cui efficacia sarà accertata attraverso la valutazione delle fasi fenologiche delle rese e della qualità/salubrità dei prodotti, ma anche attraverso il monitoraggio del contenuto di azoto dei suoli mediante campionamenti e analisi finalizzate alla stima del bilancio di questo elemento e alla valutazione della “fertilità microbiologica” del suolo.  

Le analisi chimico-biologiche sulle diverse specie si concentreranno sulla quantificazione di diverse molecole antiossidanti solitamente presenti in essi, ovvero sulla capacità dei diversi tipi di concimazione di aumentarne la loro produzione. Inoltre, saranno testati in vitro i potenziali vantaggi sulla salute umana degli estratti ottenuti da questi prodotti.  

I risultati agronomici (quantità e qualità dei prodotti) ed ecologici (salvaguardia dell’ambiente e della salute dei consumatori) del POI avranno ampia trasferibilità su scala regionale e non, grazie alla scelta di colture target (Pomodorino del Piennolo del Vesuvio Dop, Cipollotto Nocerino Dop e Frumento duro) ad ampissimo impatto.